Palle di cannone d'Europa ..

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Zolfia
view post Posted on 7/9/2011, 08:45 by: Zolfia




Aggiungo quelle sparse nel centro storico a causa del bombardamento genovese da parte di La Marmora, dal 3 Aprile 1849, il "Sacco di Genova", allo scopo di sedare i moti rivoluzionari, con i quali il popolo insorto tentò di restaurare la propria indipendenza dal Regno di Sardegna.In quei giorni Genova fu messa a ferro e fuoco, saccheggiata e razziata, dopo essere stata bombardata per 36 ore

Nei pressi di Sottoripa cercate Vico dei Cartai, un carruggio stretto che e vi porterà dritti alla Chiesa di San Pietro in Banchi.

vico-del-cartai

Della stesse giornate la seguente (la stessa riportata da Pogo sopra)



visibile ancora oggi in via Porta Soprana al 23. A seguito del bombardamento, invalse l'uso fra il popolo di murare «in loco», le palle di cannone che avevano colpito le abitazioni. Questa, è una delle poche superstiti, sopravvissute alle numerose demolizioni delle quali è stata oggetto la città vecchia, nell'area compresa fra Pammatone e Porta Soprana; il cuore della Genova di allora.

e ancora questa, dentro un'alloggio di Vica Campetto:



ove la piccola scritta dovrebbe significare "Fu Bombardata Genova Giorno 5 aprile 1849"

Il 9 Aprile, dopo aspri combattimenti, le truppe regie entrano in Genova:

Una selva di baionette coprì le sue vie già liete di canti e di popolari entusiasmi. Lo strangolo dello stato d'assedio - lo scioglimento della Guardia Nazionale - il disarmo immediato dei cittadini - la libertà della stampa per indirette vie soffocata - il diritto d'associazione impedito - le violazioni del santuario domestico e tutte quelle gravezze, cui va d'ordinario soggetta una nemica città, furono la corona di spine che circondò il venerando suo capo.

Noi vedemmo un altra volta dagli antri delle polizie tenebrose sguinzagliati i segugi, che ingrassano di delazione e d'infamia, incarcerarsi persone che ree di delitti politici avvisavano (incaute!) che la data amnistia fosse loro un usbergo; e ben l'onorando dottore Gillardi, l'amico di Byron nell'età sua più decrepita dovette scontare nel carcere l'italianità dei suoi sensi. Recco sua patria s'ebbe pure il conforto dello stato d'assedio. Vedemmo destituiti senza ombra alcuna d'accusa fra i magistrati Celesia, Montesoro, Balestreri e Grondona. Un Sauli colonnello del Genio, un Mameli contro-ammiraglio messi in riposo, ed altri prodi ufficiali che lungo sarebbe il rammentare.


Ecco la lettera del nostro "amato" Vittorio Emanuele e con le parole di ringrazamento verso il generale:

Mio caro generale,

vi ho affidato l'affare di Genova perché siete un coraggioso. Non potevate fare di meglio e meritate ogni genere di complimenti.

Spero che la nostra infelice nazione aprirà finalmente gli occhi e vedrà l'abisso in cui si era gettata a testa bassa. Occorre molta fatica per trarla fuori ed è proprio suo malgrado che bisogna lavorare per il suo bene; che ella impari per una volta finalmente ad amare gli onesti che lavorano per la sua felicità e a odiare questa vile e infetta razza di canaglie di cui essa si fidava e nella quale, sacrificando ogni sentimento di fedeltà, ogni sentimento d'onore, essa poneva tutta la sua speranza. Dopo i nostri tristi avvenimenti, di cui avrete avuto i dettagli in seguito a un mio ordine, non so neppure io come sia riuscito in mezzo a tante difficoltà a trovarmi al punto in cui siamo. Ho lavorato costantemente notte e giorno, ma se ciò continua così ci lascio la pelle, che avrei voluto piuttosto lasciare in una delle ultime battaglie.

Parlerò alla deputazione con prudenza; saprà tuttavia la mia maniera di pensare. Vedrete le condizioni; mi è stato necessario combattere con il Ministero, perché Pinelli spesso si mostra molto debole.

Penso di lasciarvi ancora qualche tempo a Genova; fate tutto quel che giudicherete opportuno per il meglio. Ricordatevi, molto rigore con i militari compromessi. Ho fatto mettere De Asarta e il Colonnello del Genio in Consiglio di guerra. Ricordatevi di far condannare dai tribunali tutti i delitti commessi da chiunque e soprattutto nei confronti dei nostri ufficiali; di cacciare immediatamente tutti gli stranieri e di farli accompagnare alla frontiera e di costituire immediatamente una buona polizia.

Ci sono pochi individui compresi nella nota, ma si dice che occorre clemenza. Informateci su ciò che succederà, sullo stato della città, sul suo spirito, su coloro che hanno preso più parte alla rivolta, e cercate se potete di far sì che i soldati non si lascino andare a eccessi sugli abitanti, e fate dar loro, se necessario, un'alta paga e molta disciplina soprattutto per coloro che vi inviamo; saranno seccati di non arrivare a tempo.

Conservatemi la vostra cara amicizia, e conservatevi per altri tempi che, a quanto credo, non saranno lontani, in cui avrò bisogno dei vostri talenti e del vostro coraggio.


ZLF

Edited by lughnasadah - 13/12/2011, 11:29
 
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