Generale Alessandro Olivieri

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view post Posted on 27/10/2015, 16:47
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Amici cari,
apro questo nuovo tread in quanto casualmente, dopo aver elemosinato un accesso nell'archivio storico del comune di Tivoli, per motivi non attinenti alla nostra passione, ripeto casualmente, parlando con il responsabile della conservazione, ho scoperto che in esso sono contenuti preziosi documenti risalenti al periodo rivoluzionario e del regno italico ed i modo specifico ci sono le liste di coscrizione obbligatoria della Prefettura dell'allora Cantone di Tivoli e poi, quasi non stramazzo al suolo, un manocritto autentico del Generale Alessandro Olivieri sulla campagna di Russia.
Scopra ora che il Generale Olivieri è origiario proprio di Tivoli. E questo per me è un onore, perchè finalmente anche dalle mie parti esce un personaggio e forse anche dei soldati che hanno combattuto nelle guerre napoleoniche, magari qualche mio avo.
A breve presenterò richiesta per poter di nuovo accedere e, se mi sarà possibile, fotografare il manoscritto per condividerlo con voi.
Nel mentre per caso qualcuno ha foto di dipinti ritraenti il generale in questione? Ne potrei fare un bel figurino!!!
Grazie in anticipo!!!
:wub: :wub: :wub:

..... Olivieri Alessandro (1767-1847). Nacque a Tivoli il 3 gennaio 1766 da Francesco e da Virginia Gambari Lancellotti.
Fu una delle più belle figure di cavaliere del primo Impero. Militò nei Dragoni Cisalpini, poi in fanteria; caposquadrone nei Dragoni Napoleone, combattè in Calabria. Fu in Germania nel 1809, distinguendosi alla Raab, e sul campo di Wagram guidò i dragoni in un'epica carica, ricordata ed apprezzata dal generale Grouchy. Partecipò alla campagna di Russia e vi fu promosso colonnello. Fatto prigioniero nel 1813 in Sassonia, al rimpatrio si ritirò a vita privata. Era decorato della Corona Ferrea e della Legion d'Onore. Come tanti altri ufficiali napoleonici partecipò ai moti di Romagna del 1831. Fu poi esule a Parigi.....
 
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cannon bool
view post Posted on 27/10/2015, 19:02




Aggiungo questo, ha avuto una vita movimentata il generale!

di Lauro Rossi

OLIVIERI, Alessandro. – Nacque a Tivoli il 3 gennaio 1766 da Francesco e da Virginia Gambari Lancellotti.
Frequentati con profitto studi umanistici a Roma, nell’agosto 1785 fu indotto dal padre a sposare Agnese Rinaldi, originaria di Messina, più anziana di lui, che gli portò in dote beni di una certa consistenza. Dal rapporto, piuttosto contrastato, nacque una figlia.

Con la costituzione della Repubblica a Roma, nel febbraio 1798, lasciò Tivoli per entrare a far parte come volontario del 1° reggimento Dragoni, sotto il comando del futuro generale César-Antoine Roize e quindi fu nominato tenente aiutante maggiore. Nel novembre 1798 partecipò alla vittoriosa campagna condotta dal generale francese Jean-Étienne Championnet, contro l’esercito napoletano che, presieduto da Karl Mack, aveva occupato Roma. Nel marzo 1799 fece parte, sotto gli ordini del generale Luigi de Jablonowsky, del contingente della Repubblica chiamato a reprimere l’insorgenza del paese di Vivaro Romano. Nel marzo 1799 fu impegnato in Calabria con l’esercito della Repubblica Napoletana, ma, con il ritiro delle truppe francesi capitanate dal Étienne-Jacques Mac Donald (fine aprile), ripiegò nuovamente su Roma.

Con la caduta della Repubblica riparò in ottobre in Francia, probabilmente insieme a quel nucleo di ufficiali e soldati, di cui è andato perduto l’elenco, che seguirono l’ambasciatore francese Antoine-René-Constance Bertolio a Marsiglia, per poi approdare prima a Lione, poi a Digione, dove fu incorporato nell’armata di riserva comandata dal Primo Console. Attraversate le Alpi, fu presente a Marengo; quindi, rimasto per breve tempo sotto il comando del generale Giuseppe Lechi, con la ricostituzione della Repubblica Cisalpina entrò a far parte del reggimento Cacciatori a cavallo che Bonaparte aveva assegnato all’esercito del nuovo Stato (20 luglio 1800).

Nel gennaio 1801 partecipò, aggregato alla divisione di Domenico Pino, alla battaglia che si svolse nei dintorni di Siena contro l’esercito napoletano, riportando una ferita.

Nominato tenente di seconda classe nel 1° reggimento Cacciatori a cavallo nel nuovo ordinamento dell’esercito cisalpino, attivato nel settembre 1801, fu trasferito nell’ottobre 1802 nel 2° reggimento Ussari in qualità di capitano aiutante maggiore. Un anno dopo ottenne di passare nella Guardia presidenziale, quindi fu promosso maggiore in fanteria, ma nel settembre 1804 si trovava in Puglia, al seguito del generale J.M. Masson, nuovamente al comando di uno squadrone di ussari, che l’anno seguente sarebbe divenuto il 1° di un reggimento di nuova costituzione, i Dragoni Napoleone. Nel novembre 1805 affrontò le truppe dell’arciduca Carlo a Caldiero per poi passare, benché nella riserva, al vittorioso assedio di Venezia, che, con la pace di Presburgo, venne riunita al Regno d’Italia. Nel gennaio 1806, raggiunto il grado di tenente colonnello, si batté al seguito delle schiere francesi, comandate da André Masséna, per la conquista del Regno di Napoli.

Il 19 gennaio 1807 passò ai Dragoni Regina e, sotto il comando dell’antico compagno d’armi Giovanni Maria Narboni, fece la campagna di Prussia. Quindi, associato alla successiva spedizione nella Pomerania svedese, fu impiegato per sorvegliare la costa baltica fino all’Oder. Il 19 dicembre dello stesso anno, per il valore e le capacità dimostrati fu insignito della corona ferrea e della Legione d’onore.

Nel 1809 fu presente alla guerra in Austria e a Raab. Assunto nel corso della campagna il comando dei Dragoni Regina dette dimostrazione di grande valore nella battaglia di Wagram, ricevendo per la sua condotta i complimenti personali di Emmanuel de Grouchy e il titolo di barone. Il 1° gennaio 1810 fu nominato maggiore nel 1° reggimento Cacciatori a cavallo, quindi con lo stesso grado passò al 4° Cacciatori (3 dicembre 1811). Nel 1812 prese parte alla spedizione di Russia, con il grado di colonnello, combattendo nelle principali battaglie e distinguendosi a Malojaroslavec (24 ottobre) e alla Beresina (28 novembre).

In Sassonia, con i Dragoni Napoleone, partecipò ai combattimenti di Bischofswerda e Bautzen, ma il 27 maggio a Pilgramsdorf venne fatto prigioniero. Alla fine di dicembre 1813 si trovava a Simbirsk, sulla riva destra del Volga, tornò in Italia partendo proprio da quella località, insieme ad altri ufficiali prigionieri solo nel luglio 1814.

Rientrato a Milano intorno alla metà di febbraio 1815, riuscì a raggiungere Parigi, dove fu incorporato nelle truppe francesi. Presente a Waterloo, fu in seguito impiegato nello scioglimento de l’Armée de la Loire, dopo di che si ritirò a Lione. Fece quindi ritorno a Roma, dove fu accolto nell’amministrazione di Luigi Bonaparte. Entrato a far parte del seguito di Carolina Amalia di Brunswick, principessa di Galles, moglie ripudiata di re Giorgio IV, si recò con lei da Roma a Pesaro nel 1817. Vi rimase tre anni seguendo poi la principessa (maggio 1820) a Londra. Morta Carolina, fece nuovamente ritorno a Roma, rientrando nella cerchia dei collaboratori di Luigi Bonaparte. Nel 1823 seguì quest’ultimo a Firenze. Poco dopo gli fu affidata l’amministrazione della tenuta che la famiglia Bonaparte possedeva nelle Marche presso Civitanova.

Nel 1830 si trasferì a Monte San Vito continuando ad amministrare altri poderi dei Bonaparte e da dove, scoppiata la rivoluzione in Francia, strinse contatti sempre più serrati con gli oppositori del governo pontificio. Come diversi ex ufficiali napoleonici, Olivieri fu poi tra i protagonisti dei moti che scoppiarono nel 1831 in Romagna, quando gli venne affidata una serie di importanti incarichi.

Fin dai primi giorni della sollevazione di Pesaro fu nominato comandante militare del territorio; il 10 febbraio fu incaricato di reclutare volontari nelle Romagne per poter eventualmente portare la rivoluzione nelle Marche; il 25 febbraio gli fu richiesto di occuparsi delle trame di coloro che ostacolavano il nuovo governo; il 2 marzo fu incaricato di inviare ad Ancona distaccamenti di truppe; il 5 marzo venne indicato dal Presidente del governo provvisorio di Bologna Giovanni Vicini quale comandante del Forte di Ancona, anch’essa ribellatasi al governo pontificio; il 10 marzo fu proposto dal Comitato provvisorio di governo di Pesaro e Urbino per sedare i tumulti di Senigallia. Nella sua veste di comandante militare inviò numerosi proclami alla popolazione di Pesaro invitandola all’ordine e alla disciplina e dichiarandosi per la rinuncia del potere temporale da parte della Chiesa.

Ebbe anche un ruolo importante nel ricondurre a Firenze i due figli di Ortensia, Napoleone Luigi e Luigi Napoleone, il futuro Napoleone III, che intendevano seguire il generale Giuseppe Sercognani, anch’egli vecchio ufficiale del Regno d’Italia, nel suo tentativo di occupare Roma, evento che peraltro non si verificò.

Accerchiato dalle armi austriache, il Governo provvisorio delle Provincie Unite formatosi nei territori pontifici firmò il 25 marzo 1831 con il legato papale Giovanni Antonio Benvenuti una capitolazione, che prevedeva piena amnistia per tutti i compromessi. Il governo imperiale però non riconobbe l’accordo e Olivieri, insieme a diversi altri patrioti, fu arrestato mentre si trovava sull’imbarcazione Isotta e condotto a Venezia. Sottoposto a interrogatorio (10 giugno) rimase prigioniero fino al gennaio 1832, allorché poté raggiungere Parigi, dove fissò la sua dimora.

Ammesso al sussidio di 100 franchi al mese come generale di brigata rifugiato politico, chiese al governo di poter usufruire anche dei vantaggi accordati agli ufficiali che avevano partecipato ai Cento giorni, ma non ottenne soddisfazione. Nel frattempo, in Italia, il governo papale lo aveva escluso dall’amnistia e aveva provveduto alla confisca di tutti i suoi beni.

Nella capitale francese, tenendosi lontano dalle dispute che si accesero tra il cospicuo numero di esuli italiani, si dedicò alla compilazione di opere di erudizione storica e geografica, rimaste inedite, continuando a tenere, come poteva, rapporti con la famiglia Bonaparte che risiedeva a Firenze.

Morì a Versailles – dove era andato a soggiornare negli ultimi tempi, tra non pochi stenti e colpito da grave infermità – nel dicembre 1847.

Il 4 gennaio 1848 ne diede breve notizia il giornale L’Italiano di Bologna, asserendo in maniera un po’ enfatica che «il suo funerale ebbe un corteggio da equiparare a un trionfo».
 
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Armata Sarda
view post Posted on 28/10/2015, 09:43




Caro Giulio, parlo di Olivieri nel libro come sai. Ne ho cercato a fatica un ritratto ma senza successo!
 
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view post Posted on 28/10/2015, 11:05
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Magari prima o poi esce fuori,
tu sei a conoscenza del libro che è stato fatto con i suoi scritti?
E' introvabile.....ma io non mollo!!!
:woot: :woot: :woot:
 
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view post Posted on 31/10/2015, 10:14

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Al generale Alessandro Olivieri ( "colonnello del 4° dei Cacciatori a cavallo") sono dedicate due pagine (pag. 359 e 360, senza ritratto) nel libro "Primarj generali ed ufficiali italiani che si distinsero nelle guerre napoleoniche dal 1796 al 1815" edito a Milano nel 1843, scritto, se ho capito bene, da Giacomo Lombroso (ma il nome dell'autore è cancellato nella copia - digitale- che ho : io l'ho ricavato dal nome presente al termine della prefazione).
saluti
 
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view post Posted on 28/9/2017, 09:40
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Dopo approfondite ricerche, e grazie all'aiuto che mi avete dato, tutto questo lavoro si sta trasformando in un figurino a cavallo.
Cambio quindi sezione. Preparate i pop corn.
:D :D :D
 
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Armata Sarda
view post Posted on 2/10/2017, 08:26




Evviva! Ma hai trovato alla fine un ritratto?
 
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view post Posted on 2/10/2017, 15:05
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Caro Ale,
purtroppo nessun ritratto, ma un documento importante da mettere a corredo si. Anche in questo caso sempre purtroppo, perchè non è mio ma di un amico che me lo ha fotocopiato e che non lo cede neanche sotto minaccia.
Comunque una bella testimonianza storica che condividerò con voi quanto prima. Lo devo rimpicciolire.
:ph34r: :ph34r: :ph34r:

Edited by giuliocento - 2/10/2017, 22:26
 
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view post Posted on 2/10/2017, 21:45
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Come promesso vi invio la foto del documento.
Si tratta di una petizione fatta dal Maggiore dei Dragoni Regina Galimberti al Ministro della Guerra, redatta a Cremona e datata 7 luglio 1808:

"Le trasmetto S. Ministro una petizione rimessami dal Sig. Capo Squadrone Olivieri tendente ad ottenere la decorazione che S. M. l'I. e Re si è degnata concordare con suo decreto 19 dicembre 1807 e che non ha potuto ricevere a Milano allorché furono distribuite alle deputazioni della grande Armata essendo Egli ammalato.
Mi decoro S. M. di riconfermarle la mia alta stima e profonda venerazione.
GALIMBERTI"

 
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Armata Sarda
view post Posted on 3/10/2017, 12:31




Davvero favoloso!!
 
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9 replies since 27/10/2015, 16:47   252 views
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