L'Esercito della Repubblica di Genova 1745 - 48

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view post Posted on 19/3/2017, 01:10
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tratto da History & Uniforms n. 10 estratto dall'articolo di Paolo Giacomone Piana (contributo notevolissimo di questo studioso genovese)



(chiedo scusa per la scarsa resa editoriale ma ciò deriva dal copia incolla)

Lo studio delle uniformi genovesi è stato a lungo condizionato dagli errori di Quinto Cenni
(1845-1917) il principale studioso e disegnatore italiano di uniformi che nel 1909 realizzò
molte tavole per il collezionista olandese Vinkhuijen, basate su pochi documenti trovati
nell’Archivio di Stato di Genova. Le tavole sono ora alla New York Public Library e disponibili
on-line. Gli errori di Cenni sono essenzialmente dovuti alle condizioni in cui era costretto a
svolgere le sue ricerche.
Le autorità italiane dell’epoca erano dominate da una vera e propria “ossessione unitaria”
che portava a bollare come “antinazionale” ogni interesse verso gli eserciti pre-unitari –
escluso quello piemontese. Questo atteggiamento nei confronti della storia italiana recente
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è sopravvissuto alla fine della monarchia avvenuta nel 1946 ed ha cominciato ad essere
messo in discussione solo negli anni Settanta del XX secolo.
Di conseguenza Cenni non ebbe alcun sostegno nelle sue ricerche che doveva fare a sue
spese. Egli viveva grazie al suo lavoro di pittore e quindi fu obbligato a fermarsi a Genova
solo pochi giorni, nei quali poté consultare solo una minima parte della documentazione
esistente.
Non sapendo che nel 1738 erano state emanate disposizioni sulle uniformi, egli pensò di
poterle ricostruire sulla base degli elenchi dei capi di vestiario forniri ai picchetti formati nel
1747, che trovò nella serie «Uniformi» del fondo allora detto Sala Foglietta. Ma queste
variopinte uniformi erano solo fondi di magazzino usati per necessità. I disegni di Cenni
sono assai belli, ma le vere uniformi genovesi erano assai diverse. Le combinazioni di colori
erano molto semplici e rimaste sostanzialmente inalterate dalla fine del XVII secolo. Le
uniformi si ispiravano perlopiù a quelle spagnole, con qualche influenza austriaca, mentre i
modelli francesi furono adottati in seguito.
- Generali e Ufficiali di Stato Maggiore
Le uniformi degli ufficiali generali non erano regolamentate. Essi portavano di solito abiti
scarlatti con ricchi ricami e cappelli piumati. I ritratti contemporanei li mostrano sempre
con la corazza, ma in realtà non la portava nessuno: si trattava solo di una convenzione
artistica per indicare che il soggetto raffigurato nel dipinto era un soldato.
Per segnalare il loro rango i comandanti patrizi portavano un “bastone di comando”, con
decorazioni in oro per i Commissari Generali. Un ritratto contemporaneo di Pier Maria
Canevari, l’“Eroe della Scoffera”, lo mostra con la piccola uniforme del suo precedente
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reggimento (“Liguria”) e con un “bastone di comando” di semplice legno.
Gli ufficiali generali entrati in servizio nel 1745 fuono autorizzati a vestirsi come meglio gli
piacesse ed a far uso di ricami d’oro o d’argento, galloni e bottoniere; i brigadieri portavano
l’uniforme del reggimento da essi comandato, distinguendosi per il cappello piumato.
Neanche per gli ufficiali di stato maggiore erano prescritte uniformi, ma abiti rossi con
galloni e bottoni d’oro sembra siano stati la scelta preferita. Un conto del 1738 elenca i
materiali usati per realizzare la divisa dell’aiutante del Commissario generale di Bastia.
Essa era simile all’uniforme portata dagli ufficiali delle Guardie del Real Palazzo,
giustacorpo scarlatto con paramani e fodera blu, veste e pantaloni blu, bottoni, galloni ed
asole (Gazette) oro.
- Fanteria
Il fante genovese portava un giustacorpo di panno (marsina) lungo fino al ginocchio,
tagliato in modo da poter rialzare le falde per facilitare la marcia. Il giustacorpo aveva
paramani e fodera di colori diversi ed almeno 24 bottoni grandi di stagno o d’ottone. I
paramani erano ampi e portavano di solito tre bottoni grandi. Il giustacorpo non aveva
colletto. Una striscia di panno cucita sulla spalla sinistra manteneva ferma la bandoliera.
La veste (sottomarsina) era dotata di maniche, ampia come usava negli anni Trenta del
Settecento, munita di tasche e con circa 24 bottoni piccoli. Veste e pantaloni indossati
senza il giustacorpo costituivano la tenuta di fatica.
I pantaloni di panno e le calze di lana erano del colore della veste, eccetto per i corsi che
portavano pantaloni blu e calze rosse. Fuori servizio si portavano spesso calze bianche. In
estate il giustacorpo era portato sbottonato ed i pantaloni di panno erano sostituita da altri
di tela biancastra.
In marcia erano portate alte ghette di tela biancastra, con giarrettiere e bottoni in cuoio
naturale. Il vestiario era completato da una camicia di lino non colorata (camicia da
munizione) e da una cravatta rotonda di tessuto (si usavano anche cravatte di cuoio). Le
scarpe di “vacchetta” tinte di nero avevano fibbie d’ottone. I capelli erano portati lunghi e
raccolti sulla schiena in unafalsa coda.
Gli uomini delle compagnie ordinarie portavano un cappello di feltro a tricorno bordato da
un gallone d’oro e d’argento “falso” (fatto con una mistura di seta e tessuto simulante il
metallo). La coccarda era rossa e bianca, i colori della Repubblica. Il soldato aveva anche
una berretta di quartiere), un semplice copricapo di lana di solito nei colore dei paramani.
I colori distintivi non distinguevano il reggimento ma la “nazione”. Era questa una
peculiarità delle uniformi genovesi. Ciascuna delle “nazioni” che formavano l’esercito aveva
la propria combinazione di colori, che era stata fissata nel tardo XVII secolo: i Soldati di
fortuna avevano giustacorpi bianchi con mostre rosse, i Paeselli giustacorpi bianchi con
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mostre blu, i corsi giustacorpi blu con mostre rosse. Gli Oltramontani (cioè tedeschi e
svizzeri) non avevano un colore distintivo comune: ogni compagnia vestiva in modo diverso
con giustacorpi rossi o blu e mostre blue, rosse, gialle o verdi.
Nel 1738 le compagnie fino allora indipendenti furono riunite in battaglioni e venne
emanato un nuovo regolamento36. Al paragrafo 58 esso statuiva «Il battaglione
Oltramontano vestità tutto d’uniforme, secondo la Divisa, che sarà prescritta
dall’Assemblea degli Ufficiali tutti. I Battaglioni Corsi continueranno sulla Divisa Turchina,
mostre e sotto veste di color Rosso. Il Battaglione che resta composto dalle cinque
Compagnie di Fortuna continuerà per ora a vestire la Divisa Bianca con mostre e sottoveste
Rossa. Ed i restanti Battaglioni Italiani vestiranno la Divisa Bianca con mostre e sottoveste
Turchina, lasciando bensì in arbitrio del Colonnello Comandante distinguere ciascheduno la
detta Divisa, o colla diversità de’ Bottoni, fatture di tasche, collarino o altro piccolo segno,
ritenuta però sempre l’uniformità.»
Dal regolamento era escluso il battaglione grigione perché esso era stato costituito sulla
base di capitolazioni particolari.
Le distinzioni reggimentali erano applicate dai sarti di compagnia e sono in gran parte
sconosciute. Le fonti danno solo il colore dei bottoni e qualche volta quello della cravatta
mentre è noto solo il disegno delle tasche del reggimento “Varenne” che aveva tasche
orizzontali. È da notare che i reggimenti corsi avevano tutti bottoni dello stesso colore: fra
essi l’uso di bottoni bianchi o gialli per distinguere i reggimenti fra loro venne introdotto nel
1760. Il reggimento “Giacomone” era distinto dall’uso di bottoniere di lana bianca sul
giustacorpo e sui paramani.
La compagnia tedesca di Guardie del Real Palazzo aveva asole dorate (Gazette) e cordoni
blu (pendoni) sulla spalla destra.
Le uniformi delle unità di nuova costituzione erano più varie.
- Colori delle uniformi
(I reggimenti sono elencati nell’ordine di anzianità fissato nel 1750; i nomi sono quelli del
1746)
Reggimento o compagnia Giustacorpo Paramani e fodera Veste Pantaloni Bottoni Note
Guardie delReal Palazzo Rosso Blu Blu Blu Gialli Gazzette Pendoniblu
Montenach Blu Rossi Blu Blu Gialli Crav. nera
NOTA
36 Ordini, e regolamento da osservarsi da tutti gli ufficiali, bassi ufficiali e soldati de’ battaglioni della
Ser.ma Repubblica di Genova, Genova, Paolo e Adamo Scionico, 1738.
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Vico Rosso Blu Blu Rossi Gialli
Liguria Blu Bianchi Bianca Blu Gialli Bottoniere
Real Stato Rosso Bianchi Bianca Rossi Gialli Gazzette
De Franceschi Bianco Blu Blu Blu Bianchi Crav. rossa
Arnaud Bianco Blu Blu Blu Bianchi Crav. rossa
Varenne Bianco Blu Blu Blu Gialli Crav. nera
Col. Crettler Bianco Blu Blu Blu Bianchi Crav. nera
Brig. Crettler Bianco Blu Blu Blu Gialli
Bembo Bianco Rossi Rossa Rossi Gialli Crav. rossa
Falcone Blu Bianchi Blu Blu Gialli
Gazappi Giallo Paramani neri, fodera gialla Gialli Gialli Bianchi
Villapinta Blu Rossi Rossa Blu Gialli
Sarego Bianco Verdi Verde Verdi Gialli
Mazau Bianco Rossi Rossa Rossi White
Vincenti Blu Rossi Rossa Blu Gialli
Giacomone Blu Rossi Rossa Blu Gialli Bottoniere. Crav. nera
Humbracht Blu Gialli Blu Blue Gialli Crav. nera
Jost Blu Gialli Blu Blue Bianchi
Il bianco in realtà era un grigio-bianco. Il blu dei corsi era una specie di blu chiaro mentre il
reggimento “Liguria” portava giustacorpo e pantaloni “bleu du Roi”37. Il giallo del
reggimento “Jost” aveva una tonalità scura.
Il reggimento “Liguria” portava bottoniere di lana gialla sul giustacorpo e sui paramani
mentre il reggimento “Real Stato” aveva asole dorate (Gazette). La vistosa uniforme del
reggimento “Gazappi” aveva lo scopo di facilitare l’identificazione, poiché la maggior parte
dei componenti del reggimento doveva essere sorvegliata attentamente.
Durante la guerra vennero introdotte uniformi meno costose. L’uso di giustacorpi con
fodera bianca e di pantaloni di lana biancastra (non tinta) è spesso documentato e negli
ultimi anni di guerra i bottoni metallici furono praticamente sostituiti da bottoni d’osso o di
legno ricoperti di tessuto. Nel 1747 ogni oggetto in magazzino venne posto in servizio ed il
nuovo reggimento “Cuneo” arrivò vestito di pettoni alla paesana fatti di un tessuto simile
all’orbace.
- Armi ed equipaggiamento
NOTA
37 Cenni mostra il reggimento “Liguria” in giustacorpo bianco con fodera blu, paramani gialli, veste e
pantaloni blu. Egli fu ingannato dalle notizie mandategli da qualcuno che interpretò male un
documento (Si ringrazia Giancarlo Boeri che ha gentilmente fornito le note originali di Cenni). La
vera uniforme di “Liguria” fu pubblicata poco dopo in AMBROGIO LEVATI, Dogi biennali di Genova dal
1746 al 1771, Genova, Tipografia della Gioventù, 1914, pag. 97..
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I soldati semplici erano armati di moschetto con baionetta. I corsi avevano anche una
pistola portata alla cintura. Il moschetto a pietra focaia era stato adottato nel 1708. A
Genova non c’era una manifattura d’armi: gli armaioli locali assemblavano i moschetti
usando canne ed acciarini importati da Brescia. Il moschetto sparava palle del calibro di
mm. 16,7. Durante la guerra vennero usati anche moschetti francesi e spagnoli.
L’equipaggiamento di un soldato comprendeva cinturone, bandoliera, cartucciera e corno da
polvere. Tali oggetti erano acquistati dal colonnello per cui potevano esservi differenze fra
un reggimento e l’altro, per quanto essi fossero sostanzialmente simili.
Il fodero della baionetta era appeso al cinturone di cuoio con fibbia d’ottone. La cartucciera,
capace di 18-24 cartucce, era portata appesa ad bandoliera di cuoio. Anche la cartucciera
era di cuoio col coperchio liscio oppure con un bordo nel colore dei bottoni (l’uso di distintivi
decorativi non è documentato). Il corno da polvere era portato appeso alla spalla con un
sottile cordone di cuoio. Tutti gli oggetti di cuoio erano color pelle di bufalo ma i corsi
usavano oggetti di vacchetta rossa.
In campagna venivano aggiunti una borraccia ed uno zaino (abrisacca). La borraccia
consisteva in una bottiglia di ferro ricoperta di paglia mentre lo zaino era fatto di tela cerata
forte con una stringa di cuoio per portarlo.
- Caporali, Cadetti e Sergenti
Uniforme, armamento ed equipaggiamento dei caporali erano uguali a quella dei soldati.
Inoltre essi avevano una spada portata appesa al conturone ed un bastone, che di solito
era sospeso ad un bottone del giustacorpo. Il decreto del 23 giugno 1703 che autorizzava i
caporali a portare un bastone stabiliva che esso doveva essere di legno comune e senza
pomo. Per questo periodo non vi sono riferimenti che attestino l’uso da parte dei caporali di
un gallone nel colore dei bottoni sui paramani.
Anche i cadetti vestivano come i soldati semplici ma con abiti di migliore qualità. Essi erano
autorizzati a portare una spada ed erano contraddistinti da un cordoncino nei colori
dell’uniforme (ad esempio blu e rosso per i corsi) alla soalla destra.
I sergenti portavano uniformi uguali alla truppa, ma fatte di materiali migliori e con un
maggior numero di bottoni. Essi avevano inoltre un gallone d’oro o d’argento che bordava i
paramani e le patte delle tasche, bottoni dorati o argentati e tricorni bordati d’oro o
d’argento. Il giustacorpo era portato sbottonato come gli ufficiali. Non ci furono distintivi di
grado per i sottufficiali prima degli anni Cinquanta del Settecento. I sergenti avevano un
cinturone ed erano armati di una spada e di un’alabarda (Sargentina) lunga
approssimativamente m. 2,2. Essi avevano anche un bastone simile a quello portato dai
caporali ma più spesso.
I colori delle dragone di sergenti, caporali e cadetti sono sconociuti (probabilmente per
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caporali e cadetti esse erano nei colori dell’uniforme).
Gli alabardieri della compagnia tedesca di Guardie del Real Palazzo erano equiparati a
sottocaporali ed avevano un’uniforme cerimoniale cremisi di stile antico con cappelli
decorati da piume bianche.
- Ufficiali
L’uniforme degli ufficiali era simile a quella della truppa ma grandemente suoeriore in
manifattura e materiali. I colori usati per le uniformi degli ufficiali avevano la stessa tonalità
di quelli dei soldati: ad esempio gli ufficiali dei reggimenti italiani usavano abiti grigiobianchi.

Il giustacorpo era portato sbottonato e le falde non erano rivoltate. I bottoni erano oro o
argento ed il tricorno aveva un bordo di gallone oro o argento. La legge suntuaria del 1723
autorizzava gli ufficiali ad abbellire le loro uniformi con decorazioni d’oro o d’argento, ma
nel 1751 venne loro proibito di farlo. I paramani, le patte delle tasche, l’attaccatura dei
bottoni e le asole erano guarnite di ricami ma non esisteva un modello fisso. Un dipinto
contemporaneo mostra un ufficiale del reggimento “Liguria” con ricami d’oro sui paramani
bianchi. Gli ufficiali della compagnia tedesca di Guardie del Real Palazzo portavano i
pendoni alle spalle in ricamo dorato.
Gli ufficiali del reggimento “Geraldini” (poi “Colonnello Crettler”) avevano una doppia stacca
che probabilmente era una patta da tasca di tipo particolare. Poiché gli ufficiali
provvedevano al loro vestiario di tasca propria, essi spesso portavano dei colletti, assai
prima che questi venissero adottati dalla truppa. Dalla documentazione archivistica appare
che gli ufficiali avevano una piccola uniforme da portare in servizio attivo. Con questa
uniforme giustacorpo e veste erano senza guarnizioni. In campagna gli ufficiali portavano
confortevoli calzoni di cuoio e stivali morbidi invece dei regolamentari calzoni di panno e
ghette.
Non esistevano distintivi di grado in senso moderno. Gli ufficiali superiori portavano un
bordo di gallone alla veste ed ai paramani. Gli ufficiali della compagnia tedesca di Guardie
del Real Palazzo avevano il privilegio di portare lo stesso gallone; il comandante della
compagnia aveva anche un bordo di gallone al giustacorpo.
In servizio gli ufficiali portavano una gorgiera dorata con al centro le armi della Repubblica
(cioè croce e grifoni sormontati da corona reale) lavorate a sbalzo.
Il distintivo comune del grado di ufficiale era il bastone. Il decreto dell’11 grnnaio 1700
stabiliva un modello diverso per ciascun grado38:
Colonnelli Bastone di canna d’India con bottone
NOTA
38 Di quale tipo fosse il bastone specificato nel 1745 per i tenenti-colonnelli è ignoto.
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d’argento compito, con sua catenella.
“Sargenti maggiori” (maggiori) Bastone grosso con uno bottone
d’argento.
Capitani Oltramontani Bastone come li sargenti maggiori con
argento, ma senza bottone.
Altri capitani Bastone un po’ più sottile di quello de’
sargenti maggiori, con poca guarnizione
d’argento, e senza bottone.
Ufficiali subalterni Bastone di canna d’India senza pomo di
sorte alcuna.
Gli ufficiali avevano solo una spada con dragona d’oro o d’argento. In servizio gli ufficiali
avevano anche un’arma d’asta, lunga circa m. 2,40: la portavano anche gli ufficiali
superiori. Gli ufficiali italiani e corsi avevano una spuntone, quelli tedeschi e svizzeri una
partigiana
NOTA
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Gli ufficiali delle compagnie dovevano sempre essere a piedi quando i loro uomini erano in
formazione (di solito però i capitani cavalcavano durante le marce) mentre gli ufficiali
superiori spesso erano a cavallo. Nel 1748 il tenente colonnello del reggimento “Bembo”
aveva gualdrappa e coprifonde rosse bordati di gallone d’argento.
- Granatieri
I granatieri vestivano come gli altri soldati, ma portavano i baffi ed avevano un
berrettone di pelo invece del tricorno. I granatieri corsi avevano paramani particolari detti
mostre da granatiere corso: forse questo significa che i paramani erano muniti di una sorta
di patta come usavano i primi granatieri.
I berrettoni di pelo erano portati dai granatieri di ogni grado. Un documento del febbraio
1745 fornisce particolari circa i copricapo portati dai granatieri italiani e corsi Essi erano
del tipo preferito dall’esercito spagnolo, fatti di pelo nero o marrone con la “tasca”
posteriore che scendeva sulle spalle di chi lo indossava. Tale “tasca” era di panno del colore
delle mostre (velluto per gli ufficiali), con filettatatura ed un fiocchetto nel colore dei
bottoni
La parte frontale del berrettone dei soldati semplici era decorata da un distintivo d’ottone
con sbalzate le “piccole armi” della Repubblica (cioè una croce sormontata da corona
reale). I sottufficiali avevano due distintivi, dorati, uno con sbalzate le “piccole armi” della
Repubblica e l’altro raffigurante una granata fiammeggiante. I berrettoni degli ufficiali
Probabilmente le partigiane avevano puntali diversi a seconda dei gradi come nell’esercito
austriaco, ma non si hanno notizie a tal proposito.
NOTA
40 ASTGe, Guerra e Marina, 481: Pratiche pubbliche (1745/1), Relazione del generale ai Serenissimi
Collegi (20 febbraio 1745).
NOTA
41 Rimane inspiegabile perché Cenni abbia mostrato i berrettoni di pelo dei granatieri genovesi con
un pon-pon alla sommità, caratteristica propria dei berretti a mitria; un’altra fantasia di Cenni è la
filettatura centrale della “tasca”.
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avevano una placca dorata con sbalzate le “grandi armi” della Repubblica (cioè croce e
grifoni sormontati da corona reale); sopra la placca vi era un altro distintivo dorato
raffigurante una granata fiammeggiante.
Non erano stabilite regole per i berrettoni degli Oltramontani, ciascuna unità era libera di
scegliere il modello preferito. Si conoscono solo i berrettoni portati dal reggimento
“Humbracht”, che la descrizione di un disertore del 1747 dice simili a quelli del reggimento
austriaco “Wallis” (poi Nr. 11). I granatieri delle Guardie del Real Palazzo avevano
berrettoni di pelo d’orso di modello sconosciuto, come sconosciuti sono quelli portati dal
reggimento “Liguria”.
La bandoliera dei granatieri aveva un portamiccia d’ottone sulla fronte e, invece della
cartucciera, essi avevano una borsa di cuoio che in origine conteneva le granate. La patta
di questa borsa era talvolta decorata con incisioni raffigurati le armi della Repubblica o una
granata (non sono stati trovati documenti che provino l’uso di distintivi d’ottone sulle
patte).
Nel 1742 venne stabilito per gli ufficiali dei granatieri l’uso di una bandoliera gallonata il cui
modello rimane sconosciuto. Si trattava di un oggetto molto costoso per cui sembra che a
partire dal 1745 gli ufficiali dei granatieri fossero distinti solo dall’uso di una cartucciera
ricoperta di velluto invece della borsa
I granatieri portavano una sciabola, il fodero della quale era attaccato al cinturone. I
granatieri corsi avevano anche un paio di pistole portate alla cintura. Ufficiali e sergenti
erano armati di moschetto, baionetta e sciabola.
- Tamburi, pifferi e musicanti
Tamburi e pifferi erano distinti da galloni bianchi e rossi della livrea della Repubblica portati
sui paramani e lungo le cuciture del giustacorpo, conforme all’uso dell’epoca43. Nei
reggimenti italiani e corsi portavano giustacuori con i colori rovesciati, ad esempio
giustacuori rossi con paramani e fodera blu per i corsi.
Nel reggimento grigione tamburi e pifferi portavano la livrea rossa e blu del colonnello
mentre quelli delle Guardie del Real Palazzo e del reggimento “Real Stato” avevano
uniformi simili alla truppa ma con giustacorpi profusamente decorati col gallone di livrea.
Come vestissero tamburi e pifferi degli altri reggimenti rimane sconosciuto. Nel 1747, per
ragioni di economia, ai tamburi dei picchetti vennero forniti i giustacorpi rossi già portati
NOTA
42 Cenni mostra gli ufficiali dei granatieri con una bandoliera del colore distintivo bordata d’oro o
d’argento, Questo oggetto era inadatto al servizio di campagna, ma è possibile che gli ufficiali
avessero invece cinturoni simili, come si usava negli eserciti spagnoli e francesi.
NOTA
43 STEPHEN MANLEY, Uniforms of the Armies of the Italian States ..., cit., pag. 5, scrive che il gallone di
livrea della Repubblica era blu e giallo, ma tratta ovviamente di una svista.
#HISTORY&UNIFORMS
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dai soldati del disciolto reggimento “Real Stato”.
Tamburi e pifferi erano armati solo con una spada (una sciabola per quelli dei granatieri). I
tamburi portavano una bandoliera per reggere il tamburo munita di portabacchette d’ottone
mentre anche i pifferi avevano una bandoliera per portare la custodia degli stumenti.
Entrambi avevano anche un cinturone. Bandoliera e cinturone erano guarniti dal gallone di
livrea.
Le casse dei tamburi erano nel colore del giustacorpo con dipinte le “grandi armi” della
Repubblica. I cerchi potevano essere nei colori distintivi o bianchi e rossi come i galloni di
livrea. I tamburi portavano un gembiule di cuoio a protezione dall’usura provocata dal
portare il tamburo.
Descrizioni di musicanti del reggimento “Humbracht” del 1745 parlano di giustacorpi blu
con paramani e bottoni gialli, vesti grigie o blu, pantaloni di cuoio o di panno blu, calze
bianche di filo e spade.
- Compagnie provinciali
Il decreto del 18 aprile 1746 stabiliva che il vestiario dele compagnie provinciali doveva
consistere in veste e pantaloni, ghette di tela, tricorno e scarpe. Questa uniforme era
ritenuta sufficiente per compiti di guarnigione. Se i soldati avevano bisogno di altri capi di
vestiario come camicie o calze dovevano pagarseli. I colori di questa uniforme sono
sconosciuti. Le descrizioni dei disertori citano solo pantaloni tela e camicie blu.
L’armanento e l’equipaggiamento delle compagnie provinciali deve essere stato simile a
quello delle unità di fanteria, ma le due compagnie organizzate come truppa leggera invece
di baionette chiesero delle pistole, ritenendole più adatte per il loro speciale servizio.
- Ingegneri ed altre truppe
Non vi furono regolamenti per le uniformi degli ingegnerl fino al 1751. Per quanto riguarda
gli invalidi e gli ufficiali impiegati nell’addestramento della milizia essi usavano portare
l’uniforme del reggimento in cui avevano prestato servizio in precedenza. Gli abitanti
portavano giustacorpi bianchi con mostre blu e fodera bianca; i pantaloni erano bianchi
mentre non si conosce il colore dei bottoni.
- Compagnie Franche
Le compagnie franche non portavano uniforme. I soldati vestivano i propri abiti, ma essi
probabilmente avevano qualche cosa, a tutt’oggi sconosciuta, per distinguerli dai comuni
NOTA
44 Le armi di famiglia dell’ufficiale comandante la compagnia non erano mai dipinte sulla cassa del
tamburo. Cenni è stato fuorviato da una proposta (respinta) fatta dal patrizio Domenico Cevasco.
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miliziani (forse di trattava di berrette di lana colorate come quelle delle compagnie
irregolari corse). Le compagnie franche erano armate di moschetto come quello in
dotazione alle truppe regolari ma senza baionetta, pistole e coltellacci. Esse avevano in
organico dei tamburi in segno di distinzione ma per dare i segnali usavano corni come la
milizia.
- Artiglieria
Inizialmente i bombardieri non avevano uniformi. Il loro unico segno di distinzione era una
borsa di cuoio con gli strumenti da artigliere (stuccio) che portavano quando erano in
servizio. Si deve ricordare che i bombardieri non avevano il diritto di portare armi da fuoco
o da taglio. Per faclitare l’identificazione dei bombardieri intorno al 1720 fu stabilito che in
servizio essi vestissero giustacorpi grigi con paramani rossi45. Essi compravano il
giustacorpo a loro spese. Per il resto i Bombardieri portavano i loro vestiti. Per esempio un
documento del 1748 cita una veste color cannella con bottoni coperti di tessuto.
Gli ufficiali erano soggetti alle leggi suntuarie. Pertanto essi erano vestiti come i loro uomini
con un bastone come unico segno di distinzione: per i capi era un «semplice bastone di
legno senza pomo alcuno» mentre il capitano aveva un «bastone di canna d’India come gli
altri capitani con la figura di santa Barbara d’argento». Gli ufficiali potevano portare la
spada solo se “decorati” di un grado militare.
I Bombisti portavano giustacorpi rossi e vesti color pelle di bufalo ma si ignorano i
particolari. Essendo considerati soldati, i Bombisti erano armati con moschetto, baionetta e
spada, oltre i loro strumenti da artigliere. Gli ufficiali non erano soggetti alle leggi
suntuarie.
Un dipinto contemporaneo mostra che gli affusti erano dipinti rosso-marone con le parti
metalliche al naturale.
- Truppe di Corsica
Le uniformi portate dalle truppe di Corsica sono largamente sconosciute. Essi venivano
confezionate sul posto con materiale inviato da Genova. Secondo una lista i dragoni
ricevevano panno blu con fodera rossa per il giustacorpo e panno blu per i pantaloni mentre
i soldati a cavallo ricevevano panno rosso con fodera blu per il giustacorpo e panno rosso
per i pantaloni. La veste era del colore del giustacorpo essendo fatta con il tessuto del
vecchio. Non si conosce il colore dei bottoni.
Il copricapo era probabilmente un tricorno perché in quest’epoca i corsi non amavano
NOTA
45 STEPHEN MANLEY, Uniforms of the Armies of the Italian States ..., cit., pag. 5 scrive che i cannonieri
genovesi portavano giustaccorpi blu con mostre dello stesso colore e bottoni di stagno: se la fonte
da cui ha tratto questa notizia è affidabile, deve rjferjrsj ad un periodo successivo.
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vestire il costume nazionale in città. Nel 1734 il console genovese a Barcellona riferì che un
capo degli insorgenti, avendo lasciato l’isola in costume locale (vestito alla moda corsa) era
rimasto nascosto per un certo tempo in una stanza aspettando nuovi abiti.
Dragoni e soldati a cavallo avevano stivali morbidi. Il loro armamento consisteva in
carabina, spada e pistola, Le cavalcature erano robusti pony abituati alla montagna
equipaggiati con fornimenti alla corsesca.
Gli irregolari corsi non avevano uniformi e portavano i propri vestiti; ma per distinguere le
compagnie, ciascuna aveva un berretto di lana colorata decorato con le iniziali del
comandante. Il colonnello Petriconi ricorda nelle sue memorie che nel 1735 la compagnia
da lui comandata aveva berrette blu con bordi rivoltati rossi; sulla fronte le lettere “C” “G”
“P” “L” (Capitan Gian Lorenzo Petriconi).di colore blu disposte a croce.
Le truppe di Corsica comprendevano anche le compagnie greche. Gli uomini di queste
compagnie inizialmente portavano il proprio costume in lana naturale grigio.bianca ed
erano armati con una o due pistole, uno yatagan ed un fucile di piccolo calibro a canna
lunga di stile balcanico46. Negli anni Quaranta del Settecento le compagnie greche erano
considerate truppe quasi regolari ed avevano armi ed equipaggiamento regolamentari.
Anche l’uniforme probabilmente era stata cambiata per includere almeno un giustacorpo.
- Milizia
Il vestiario della milizia contadina della Terraferma era di uno stile molto simile a quello
corso. Una fonte molto utile per l’aspetto dei contadini liguri del tempo sono le statuette da
presepio scolpite da Anton Maria Maragliano e da altri. Armamento ed equipaggiamento di
solito consistevano in un moschetto di piccolo callibro, un corno da polvere ed una tasca
contenente proiettili e cartucce. Le armi da taglio erano svariate in quanto proprietà dei
singoli individui, ma i coltellacci erano specialmente popolari.
Gli ufficiali vestivano i loro abiti ma erano distinti da gorgiera dorata, spada e spuntone,
che di solito in campagna veniva rimpiazzato da un paio di pistole. Gli ufficiali della milizia
erano autorizzati a vestire un giustacorpo grigio-bianco con mostre blu ma mancano
particolari in proposito. Invece di trombe e tamburi la milizia aveva corni fatti con grandi
conchiglie (in certe aree venivano invece usate le corna dei bovini).
Alcune compagnie di milizia dei dintorni di Genova, che riunivano i «meglio stanti»,
portavano uniformi di disegno ignoto.
NOTA
46 V. Les corses au service de Gênes in «Les Corses au combat ou la Corse militaire» di Jean-Noel
Poiron http://sites.google.com/site/tirailleurscorses. In questo sito vi sono alcune tavole tratte da
Les troupes corses in «La Sabretache», Special n° 20 of 1973, Le didascalie sono fantasiose ma le
uniformi corrispondono ai dati forniti dalle fonti genovesi: si può quindi pensare che queste tavole
siano basate su disegni contemporanei dal vero. Cenni mostra le compagnie greche in un costume
da Euzone (stile XIX secolo) del tutto immaginario.
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Non si sa come vestisse la compagnia montata della milizia detta dei soldati a cavallo.
Tuttavia i membri della compagnia devono essere stati uomini dotati di mezzi, per cui è
probabile che venisse chiesto loro, quando la compagnia si riuniva, di portare un abito
rosso – il colore delle livree della Repubblica – con cappelli, pantaloni e stivali adatti per
cavalcare
La milizia urbana costituita a Savona nel 1745 aveva bandiere e tamburi provvisti a spese
degli ufficiali, ma non si sa se questi avessero un’uniforme.
Le compagnie delle parrocchie formate a Genova dopo il dicembre 1746 portavano i loro
vestiti di tutti i giorni. Alcuni dipinti contemporanei mostrano l’abbigliamento degli abitanti
della città, alquanto diverso da quello dei contadini: la particolarità più notevole era una
berretta di lana rossa.
Le compagnie di divisa non combatterono mai ma ironicamente le loro uniformi sono ben
documentate. Nel 1752 Jean Gravier pubblicò una serie di stampe raffiguranti queste
uniformi, ma esiste almeno un’altra serie di stampe oltre diverse descrizioni scritte. Questa
documentazione contemporanea è molto utile per la conoscenza delle uniformi genovese di
questo periodo ma si deve sempre ricordare che le compagnie di divisa in campo non
scesero mai, per cui portavano uniformi più adatte alle parate che al servizio in campagna.
- Bandiere
Sulle bandiere genovesi le notizie sono poche e nessun esemplare è giunto intatto fino a
noi. Il regolamento del 1738 al paragrafo 41 stabiliva: «Ogni battaglione avrà tre sole
Bandiere, e saranno quelle de’ tre Capitani più anziani». Le Ordinanze militari del 1758
sono più dettagliate prescrivendo che «Ogni Battaglione avrà tre Bandiere dell’altezza di
palmi 11 e oncie 4 [Misura genovese: circa m. 2,80]. La larghezza del panno delle stesse
sarà di palmi 7 e oncie 10 [circa m. 1,94] e la lunghezza del medesimo di palmi 8 e once
4 [circa m. 2,08], cioè quella del Colonnello, e de’ due Capitani più anziani. La Prima avrà
dipinte le Armi della Repubblica per intero [cioè croce e grifoni sormontati da corona reale]
ed una qualche immagine di Nostra Signora Protettrice delle Armi, e del Dominio
Serenissimo; le altre due avranno solamente la Croce rossa, e c ampo bianco.»
La bandiere erano di seta e gli emblemi dipinti. L’asta era in legno ed aveva un puntale
dorato. Sembra che la bandiera colonnella portasse la raffigurazione della Vergine Maria sul
dritto e la armi della Repubblica sul rovescio. La croce di San Giorgio (rossa in campo
bianco) era dipinta su entrambi i lati delle bandiere ordinarie.
NOTA
47 Nel 1762 la compagnia venne appiedata e trasformata in una compagnia di carabinieri che nel
1797 aveva uniformi rosse. La tavola di Quinto Cenni intitolata Compagnia a cavallo di Novi 1730 è
una rappresentazione del tutto immaginaria di questa compagnia sulla quale non si deve fare alcun
affidamento.
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È incerto se anche la bandiera colonnella portasse la croce rossa. Questa bandiera venne
introdotta nel 1745 e la sola descrizione contemporanea è inserita in una proposta
(respinta) di costituire un reggimento di artiglieria: in essa si parla di una bandiera
colonnella con le armi della Repubblica «al centro della croce». Ma lo Schweizer
Fahnenbuch di A. e B. Bruckner pubblicato nel 1942 contiene la fotografia di una bandiera
bianca con le “grandi armi” della Repubblica circondate da trofei militari e sotto il motto
Libertas
L’incertezza sulle bandiere genovesi è aumentata dalla mancanza di esemplari
sopravvissuti. La bandiera conservata in un museo genovese che si dice essere stata
l’insegna del popolo nel dicembre 1746 era probabilmente una bandiera navale.
L’Armeria Reale di Torino conserva due bandiere genovesi con la croce di San Giorgio: esse
furono probabilmente prese nel 1746 alla resa di Finale o di Savona. Si tratta
probabilmente di bandiere “da muro” poiché sono quadrate (circa 2,2 m. x 2,2 m.) e le
braccia della croce sono cucite mentre le insegne reggimentali erano rettangolari e dipinte.
Un dipinto contemporaneo mostra che una compagnia di divisa (i Cadetti) aveva una
bandiera bianca con la croce rossa e l’immagine della Vergine Maria nel cantone superiore;
è probabile che anche altre bandiere avessero un disegno simile. Chiaramente il modello
di bandiera con la croce di San Giorgio era quello principale, ma non era esclusivo.
Documenti d’archivio mostrano che erano in uso modelli completamente diversi, in
particolare presso alcune compagnie di milizia.
 
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