Le " Memorie del Sergente Bourgogne"

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view post Posted on 26/8/2018, 15:24

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I frequentatori di questo forum conoscono certamente le vicende dell’Armata napoleonica durante la Ritirata dalla Russia del 1812.
La fonte principale, almeno per me, è stata l’opera del De Sègur, "Storia di Napoleone e della Grande Armata nell'anno 1812". Quest’opera ha però una caratteristica che è anche un limite: il De Sègur faceva parte dello Stato Maggiore: ha così potuto vivere quella tragica esperienza da una posizione che, se non possiamo definire “privilegiata”, fu certo migliore di quella dei poveri soldatini.
Ora ho invece trovato un testo, scritto da un allora sergente, che racconta la ritirata come la visse la truppa. Si tratta delle "Mémoires du sergent Bourgogne", all’epoca componente della Giovane Guardia, ( il libro, in francese e con scarsa definizione, si può cercare qui https://archive.org) ma in rete si trova anche in formato pdf).
E’ un libro "terribile", che racconta cosa davvero successe in quella ritirata. Come tutti i momenti terribili, essi fanno emergere quanto di meglio e di peggio c’è nell’uomo.
Assistiamo così a episodi di grande solidarietà e eroismo (con soldati stremati che si caricano sulle spalle commilitoni feriti o che dividono con l'amico un pezzo di carne strappata alla carcassa congelata di un cavallo) e a episodi di lotta feroce per impadronirsi di un pezzo di carne di cavallo, di un tozzo di pane di segala, di un capotto, sottraendoli non solo ai morti, ma a volte anche a chi non aveva più la forza di difenderlo e difendersi. Nei primi giorni della ritirata gli uomini dello stesso reparto mangiavano assieme, ricorda il sergente, ma in seguito, dovendo contare solo su quel poco che ciascuno aveva, mancando i viveri, "l’on se cacha pour manger ce que l’on avait (..) Il n'y avait plus d'amis". E su tutto la ricerca disperata di un rifugio, di un po’ di calore, ora confusi tra una marea di disperati, ora soli fra il turbinio della neve che acceca, del freddo che instupidisce, inciampando in cadaveri congelati.
Io per ora ne ho letto poco più di un centinaio di pagine (lettura per altro non sempre facile per la presenza di termini desueti: fu scritto fra il 1813 e '15), e non sono ancora arrivato alla Beresina, ma sono 355 pagine che lasciano il segno.
Una lettura da meditare, un libro che avrebbe dovuto conoscere chi, in tempi più vicini a noi, mandò migliaia di italiani a morire nella steppa russa.
Saluti
Pincus
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Edited by pincus - 29/8/2018, 22:08
 
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view post Posted on 26/8/2018, 17:51
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Grazie mille per questa segnalazione. Ed anche per il bel commento di presentazione.
 
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view post Posted on 26/8/2018, 18:11
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Le memorie del Bourgogne sono state la maggiore ispirazione del documentario francese sulla campagna di Russia trasmesso pochi giorni fa da Rai storia.
Sconvolgente racconto.
 
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view post Posted on 26/8/2018, 19:20

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Difatti e' stato quello che me lo ha fatto scoprire, cercare, trovare e - lentamente- leggere.
 
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view post Posted on 27/8/2018, 14:25

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Qualche informazione in più sul nostro sergente (sperando di non annoiare).

Adriano Giovanni Battista Francesco Bourgogne (questo il nome completo) nacque a Condé-sur-l'Escaut nel 1785, figlio di un mercante di telerie
Entrato nel 1805 nel Corpo dei Veliti della Guardia (ci voleva la "raccomandazione": "son père lui facilita son entrée au corps"), l’anno successivo partecipa alla Campagna di Polonia. Promosso caporale nel 1809, viene ferito due volte nella battaglia di Essling. Dal 1809 al 1811 combatte in Austria, Spagna e Portogallo. Nel 1812, infine, è a Wilma, dove l’Imperatore stava allestendo la sua Grande Armata contro la Russia.
Dopo questa drammatica campagna il suo reggimento ritorna in Francia, ridotto a 26 uomini.

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Il ns. sergente quando era lieutenant adjutant (dal Web)

Nel marzo del ‘13 il nostro Bourgogne, ormai sottotenente, viene trasferito al 145° di linea in Prussia. Qui, ferito a Dressau il 12 ottobre, cade prigioniero dei Prussiani. La sua prigionia non deve essere stata molto lunga (nell’agosto del ’14 si sposerà) e neppure terribile, visto che può dedicare quei mesi a riordinare i ricordi della campagna in Russia stendendo le prime pagine di quelle che saranno le sue Mèmoires.
Col ritorno in Francia dei Borboni, si dimette dall’esercito.
Nell’agosto del ’14 si sposa. Resterà vedovo nel ‘22, risposandosi nuovamente: due figli dalla prima moglie, altri due dalla seconda.
Per un breve periodo riprende l’attività mercantile del padre, poi si occupa, a quanto pare con poca fortuna, di “affaires industrielles”.
Dopo i rivolgimenti politici del 1830, in seguito ai quali - fra l'altro- in Francia riappare il tricolore, riprende servizio. A novembre, dopo lunghe sue insistenze ( i vecchi soldati di Napoleone non sempre avevano percorsi preferenziali, anzi..), viene finalmente nominato “lieutenant adjutant de place” a Brest e nel ’32 a Valenciennes. Nel frattempo, nel '31, era anche stato decorato con la Legion d'Honneur.
Nel 1853, la pensione :1200 franchi all’anno.
Il 15 aprile 1867, infine, “andrà avanti”, raggiungendo i suoi vecchi compagnons lasciati sulle gelide steppe russe.

Ecco, da una nota delle sue Mèmoires, le battaglie cui partecipò: Iena, Pultusk, Eylau, Eilsberg, Friedland, Essling, Wagram, Somo-Sierra, Bénévent, Smolensk, la Moskowa (che sarebbe quella chiamata di Borodino nella storigrafia francese), Krasnoé, la Bérézina, Lutzen e Bautzen . “ Ajouté à cela plus de vingt combat et autres divertissements (!) semblabes ».
Insomma, una vita militare movimentata: nel suo zaino non trovò un bastone da maresciallo, ma riuscì a tornare a casa.

Saluti
Pincus
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Edited by pincus - 29/8/2018, 14:35
 
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view post Posted on 27/8/2018, 18:52
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Morire non e nulla,ma sconffito e senza gloria e un morire ogni giorno

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Grazie per le informazioni!
 
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view post Posted on 4/9/2018, 20:56
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Visto da poco anche io il programma in due parti sulla campagna di russia ma non sapevo del diario, grazie ;)
 
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