I numerosi (!!!) interventi ( meno male che Adorian c'è) al mio post precedente -
Duello a Savona- mi incoraggiano... a continuare col racconto delle imprese del nostro giovin ussaro Marcelin Marbot, futuro generale di divisione napoleonico
Il racconto di Marbot illustra un originale metodo di approvvigionamento dell'Armata francese nell'inverno 1798-99.
Abbiamo infatti la descrizione di un’altra “impresa” cui partecipò il nostro diciassettenne ussaro, il “prelevamento” di una mandria di buoi da sottrarre all’armata austriaca. E’ un fatto che ben ci dimostra le condizioni di abbandono cui si trovava l’Armata francese, nella quale i soldati dovevano arrangiarsi per provvedere a sé stessi. Del resto tutta la campagna napoleonica in Italia fu all’insegna che “l
a guerra deve nutrire la guerra”.Ma lasciamo la parola ( anzi, lo scritto) al Marbot.
“ La nostra clique (banda)
si preparava a fare una spedizione per andare fino alle porte di Dego per prelevare un troupeau ( mandria)
di buoi appartenenti all’armata austriaca. I generali francesi (..) erano obbligati di far finta di ignorare le corse che i soldati facevano al di là degli avamposti per procurarsi i viveri che non potevano procurarsi regolarmente. In ogni reggimento i soldati più intraprendenti e coraggiosi avevano quindi formato delle bande di maraudeurs che sapevano intuire, con un talento meraviglioso, i luoghi dove si preparavano i viveri per il nemico e sapevano usare l’inganno e l’ audacia per impadronirsene. Era successo che
“un fripon de maquignon" (commerciante di bestiame briccone) era venuto ad avvertire la
clique del 1°
housards che una mandria di buoi che lui aveva venduto agli austriaci pascolava "i
n un prato a un quarto di lega da Dego” (circa 1 km.) .
Questo brano è interessante, in quanto ben ci illustra i particolari rapporti che potevano esistere tra intraprendenti commercianti – ma meglio si potrebbero definire trafficoni- locali e Armata francese: il nostro
fripon de maquignon prima vende i buoi agli austriaci (che a differenza dei francesi pagavano in moneta sonante) poi avverte i francesi affinché possano” recuperarli” gratis.
Ma torniamo al nostro Marbot:
“
Allora sessanta ussari, armati solo dei loro mousquetons partirono per prelevarli. Per evitare la grande strada percorremmo diverse leghe (una lega circa 4 km.)
fra le montagne su cammini contorti e spaventosi (affreux)": evidentemente gli ussari dovevano essere accompagnati da qualche guida locale, visto che non usano la strada principale, passano per i boschi e arrivano comunque proprio là dove pascolano i buoi. Qui “
sorprendemmo cinque croati, cui era affidata la guardia della mandria, addormentati sotto un capannone. Per evitare che andassero a dare l’allarme alla guarnigione di Dego, noi li attaccammo e, lasciatili là, (vivi o morti?)
prelevammo la mandria senza colpo ferire.
Rientrammo al bivacco stanchi ma entusiasti per aver fatto una buona niche ai nemici e per esserci procurati dei viveri".E infine una considerazione d’obbligo da parte del giovin ussaro:
“
Ho citato questo fatto per far conoscere lo stato di miseria nel quale si trovava l’Armata d’Italia e per mostrare a che punto di disorganizzazione un tale abbandono può gettare le truppe, di cui i capi sono obbligati non solo a tollerare siffatte spedizioni ma di profittare dei viveri che esse procurano senza aver l’aria di sapere da dove provengono” : e questo “
senza aver l’aria di sapere da dove provengono” è veramente superlativo…
Il libro di Marbot continua poi narrando, in tre volumi per oltre 1300 pagine, vicende su vicende che videro coinvolto il nostro Ussaro nella sua lunga carriera militare, partendo da Savona e la Val Bormida, per finire a Waterloo, passando attraverso la Spagna, la Russia, la Prussia...
saluti
pincus
Edited by pincus - 26/10/2018, 05:26