Quel "bricconcello" di Massena.. (Ussaro 6!)

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view post Posted on 18/11/2018, 10:45

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Continuiamo con la nostra scorribanda nelle 1300 pagine delle Memorie di Marbot e facciamo un salto all’indietro, tornando agli anni immediatamente precedenti alla Ia Campagna napoleonica in Italia.
Come fonte utilizziamo il 3° volume nell’edizione del 1891 (la 53esima!), alle pagine 9-11.
In queste pagine Marbot ci offre gustosi “pettegolezzi” su quello che sarà poi il suo capo durante l’assedio di Genova nel 1800, il gen. Massena.
Gli esordi del futuro Principe di Essling nonché Maresciallo dell’Impero furono, come leggiamo nelle pagine del Marbot, curiosi ed interessanti, ma certo non avrebbero lasciato immaginare sviluppi così prestigiosi.
A 13 anni il nostro Massena – nato a Nizza allora terra dei Savoia- abbandonò la casa paterna ( o meglio, dello zio: era orfano di padre) per imbarcarsi clandestinamente su un mercantile come mozzo “ in compagnia di uno dei suoi cugini chiamato Bavastro, che divenne durante le guerre dell’Impero, il più celebre corsaro del Mediterraneo”. Di questo Bavastro parleremo ancora (ma leggerne l’incredibile biografia su Wikipedia, merita !).
Nel 1775, disgustato per i « mauvais traitements qu'il eut à subir dans la marine” si arruola come semplice volontario nel reggimento Rojal Italien dove impara « passablement ( !) l'orthographe et la langue française ».
A questo punto la biografia di Massena (come la presenta il Marbot) diverge da quella che troviamo nei sette volumi del suo maggior (per quel che ne so) biografo, le “Memoires de Massena” del Koch.
Cattura_8
Secondo quanto leggiamo nel Marbot, cui ovviamente lasciamo la responsabilità dell'esattezza delle informazioni, Massena si dimette in anno imprecisato dal rgt. e, ecco le notizie interessanti, « rientrato nella vita civile senza alcuna fortuna, Andrè raggiunse suo cugino Bavastro e profittando della vicinanza delle frontiere di Francia, Piemonte, Stato di Genova e il mare, essi fecero su grande scala le commerce interlope, c'est-à-dire la contrebande, tanto sulla costa che attraverso le montagne del litorale, di cui Massena imparò a conoscere perfettamente tutti i passaggi. Questa circostanza gli divenne più tardi di una grandissima utilità quando ebbe a comandare le truppe in queste contrade” . Massena quindi avrebbe esercitato il contrabbando assieme al cugino Bavastro, futuro corsaro ( per la Repubblica/Impero francese e...anche in proprio..). Ovviamente questo è secondo quanto ci racconta il Marbot nelle sue pagine.
Il teatro di queste azioni sarebbe stato la zona fra la Riviera di Ponente ligure e l’entroterra valbormidese: ecco spiegata la perfetta conoscenza di questi luoghi di cui i Francesi dettero prova nel periodo 1794-96. Chi conosce questi luoghi montuosi e impervi, attraversati –all’epoca- solo da mulattiere, non può non restare colpito da come i francesi fossero riusciti a percorrerli con perfette conoscenze di itinerari e tempi di percorrenza quando non c’erano né cartine né gps. Ovviamente ci fu anche l’uso di guide locali (una – proprietaria di un notevole numero di muli- forse conosciuta ai tempi dei …traffici di Massena), ma certo non si sarebbe potuto contare su questi aiuti estemporanei e incerti per programmare una penetrazione in questi territori.
Come notato sopra, di questa fase della vita di Massena non c’è, salvo ns. errori, traccia nei volumi del Koch, che colloca Massena nel rgt. Rojal Italien ininterrottamente dal 1775 al 1789, quando si arruola nel 1° btg. dei Volontari del Var.
La narrazione delle “gesta” di Massena (come ce le racconta Marbot) salta poi al 1796 e scivola nell’aneddoto: teniamo presente che il Marbot aveva 17 anni nel 1799, quando entra nell’Armée . Di conseguenza quando nel 1844 raccoglie le sue memorie tutto ciò che concerne la Ia Campagna napoleonica in Italia sono fatti che lui non ha visto, notizie, curiosità, aneddoti che ha evidentemente raccolto ma di cui non è stato testimone.
Siamo au début de la campagne de 1796, agli inizi della campagna del 1796 e Marbot racconta particolari della battaglia di Dego (13-14 aprile 1796). Sappiamo che Dego fu prima presa dai francesi, poi persa in quanto i soldati francesi si sparpagliarono per saccheggiare il villaggio anche perché il loro diretto superiore, appunto Massena, si era allontanato. Il motivo: secondo il De Segur (citato da F. Bouvier, Bonaparte en Italie, Paris 1879, p. 307) Massena avrebbe passato la notte ”dans les bras d’une femme, l’epouse ou la maitresse d’iun des officiers piemontais fait prisonniers la veille”.
Per Marbot la causa dell’assenza di Massena sarebbe più semplice: gli austriaci in ritirata “avevano abbandonato nella locanda di un villaggio vicino i preparativi per una cena allegra; così con alcuni ufficiali Massena decise di approfittare di questa opportunità, lasciando la sua divisione accampata sulla cima di una montagna assai elevata" : non le grazie di Venere, quindi, ma il più prosaico piacere della tavola .
Il racconto di Marbot (e delle vicende di Massena) prosegue. Ma a questo punto è possibile che Marbot faccia confusione di date. Scrive infatti, sempre a proposito della battaglia di Dego del 14 aprile 1796: “Un battaglione collocato il giorno prima su un mammellone isolato non può discendere senza fare un lungo giro che lo avrebbe esposto al fuoco del nemico. Massena, salendo il ripido pendio sulle ginocchia e sulle mani si dirige da solo verso questo battaglione, lo raggiunge, raduna gli uomini e li assicura che li avrebbe tirati fuori di lì. Facendo rimettere le baionette nel fodero si siede sulla neve all’inizio del pendio e spingendosi con le mani, scivola fino in fondo alla valle. Tutti i nostri soldati con grandi risate (riant aux éclats) fanno lo stesso e in un attimo tutto il btg. si trova fuori dalla portata degli austriaci stupefatti.
Il fatto sembra straordinario ma non solo è certificato dai gen. Roguet, Soules, Albert ma, trovandomi nove anni più tardi al Chateau de Housaye io intesi il maresciallo Augereau e altri marescialli prendere in giro ( plaisanter) Massena circa il nouveau moyen de retraite dont il avait usé en cette circonstance
”: sarà anche vero, ma difficilmente ciò avrebbe potuto succedere a Dego il 14 aprile, visto che in quei giorni non mi risulta ci fosse ancora la neve. Se l’episodio è vero, è piuttosto possibile che sia capitato durante la “battaglia di Loano”, il 25 novembre 1795, quando la neve –fra il Settepani e San Giacomo, c’era davvero.
E, al termine, un'annotazione forse marginale ma che reputo interessante. nell'Armèe della Rivoluzione un semplice mozzo, che conosceva solo passablement l'orthographe et la langue française, poteva scalare tutti gli scalini della scala sociale fino alla cima: Duca e Maresciallo dell'Impero! Forse i suoi (dell'Armee') successi (e la sua importanza -della Rivoluzione- nei secoli) si spiegano anche così)
E per ora fermiamoci qui.

Ma se avrete pazienza, ci vedremo (anzi, ci leggeremo) ancora: 1300 pagine sono tante…
( e per chi vuole saperne di più v.
http://storiadellavalbormida.blogspot.com/
saluti
Pincus

Edited by pincus - 18/11/2018, 16:01
 
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view post Posted on 18/11/2018, 12:57
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Grazie come sempre, succoso, certo un passato da analfabeta ci sta... anzi... è un modo per esaltare come Napoleone valorizzasse gli uomini e non i loro natali... il passato da contrabbandiere forse è stato omesso, sicuramente non edificante per i posteri!!! :D
 
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